Casella di testo: Design

Negli anni ’80 l’incremento dell’efficienza e dell’affidabilità sono stati i progressi più significativi nel campo automobilistico.

Le auto divennero molto razionali e con forme monotone.

 

All’inizio degli anni ’90 FIAT si ripropose di rinnovare e rinfrescare i suoi prodotti. Il nuovo obbiettivo era immettere sul mercato una vettura dinamica, passionale ed emozionante.

 

Gli ingegneri di Torino dimostrarono di non aver nulla da imparare e nel 1990 iniziò la progettazione del Coupé Fiat (codice modello 175).

 

Paolo Cantarella, appena nominato a capo della divisione FIAT automobili, assegnò questo progetto a due team: il Centro Stile, reparto di design interno all’azienda, e la Pininfarina. Entrambe stavano lavorando allo stesso progetto seguendo concetti diversi.

Paolo Cantarella

Casella di testo: L’ipotesi del Centro Stile
Casella di testo: L’ipotesi della Pininfarina

Cantarella riuscì a convincere il consiglio di amministrazione della Fiat che optò per l’interpretazione essenziale ed emotiva del Centro Stile, malgrado lo scetticismo iniziale.

 

Alla Pininfarina fu commissionata la progettazione degli interni. Venne svolto un eccellente lavoro in cui sono evidenti ancora una volta i richiami al passato: la plancia è caratterizzata da una fascia metallica, in tinta con la carrozzeria, che percorre il cruscotto integrando quattro strumenti circolari classici.

 

Le spie per gli air-bag, le luci fendinebbia, ecc. sono integrate in una sottile e garbata striscia nera sotto gli strumenti circolari.

La proposta del Centro Stile

Gli interni proposti dallaPininfarina

Nel 1993 nasce una vettura dal design moderno con netti richiami al passato: il Coupé Fiat.

 

Il nuovo Coupé, come la maggior parte delle sportive della casa, mantiene la configurazione a tre volumi, rinunciando al portellone. Questa scelta non trova motivazione esclusivamente estetica ma bensì tecnica in quanto la presenza della traversa posteriore chiusa contribuisce ad aumentare la rigidità torsionale della scocca.

 

 

Il Cx (coefficiente di resistenza aerodinamica) è di 0,31.

 

 

A livello di design la parte più interessante è sicuramente quella anteriore in quanto il Coupé riprende una caratteristica delle vecchie sportive inglesi (tipo Triumph Spitfire) in cui il cofano ingloba anche gruppi ottici e parafanghi (il cosidetto cofango).

L'effetto è spettacolare, quando si accede al vano motore l'intera parte anteriore si solleva lasciando scoperte ruote e sospensioni, migliorando notevolmente l’accessibilità al vano motore.

La particolare apertura del cofano

 

della Coupé e della Spitfire

Altra differenza rispetto le dirette concorrenti dell'epoca riguarda la scelta della conformazione dei gruppi ottici anteriori.

 

In un periodo in cui i fari a scomparsa andavano per la maggiore la Fiat opterà per una scelta molto più elegante e pratica (in quanto il Cx non varia tra marcia diurna e notturna) inglobando i proiettori in una calotta in policarbonato.

Le aerodinamiche calotte anteriori

Il richiamo a temi stilistici del passato continua anche nel posteriore dove troviamo il particolare tappo del carburante in lucente lega (che riprende lo stile delle vetture da corsa anni ’60) ed una coda estremamente semplice e pulita.

 

Il design dei suoi quattro gruppi ottici posteriori è un chiaro richiamo alla Fiat Dino Spider.

Il tappo carburante del Coupé Fiat

Il tappo carburante della Ferrari 250 GT SWB

Gruppi ottici posteriori della

Fiat Dino Spider e Coupé Fiat

Particolari della plancia, verniciata come si ritrova in alcune Ferrari degli anni ’50 e primi del ‘60

Da sottolineare la funzionale leva per aprire le portiere, perfettamente integrata nel montante centrale esalta la linea pulita della fiancata.

Lo stile unico del Coupé

si ritrova nella preziosa chiave di accensione con CODE integrato.

Il team di sviluppo al completo. Al centro, con il vestito nero, Nevio di Giusto e Peter Davis

La prima apparizione del Coupé Fiat avvenne al Bologna Motor Show del 1993